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Qual'è la posizione migliore per allattare?

September 30th at 12:00am
Iniziamo col dire che questa domanda è sbagliata, infatti non esiste una posizione migliore di altre, esiste la posizione e basta, ed è  quella che fa stare comodi e rilassati senza fare troppi sforzi. A livello di posizioni, l'allattamento al seno può essere imbarazzante in un primo momento. Cerca di sperimentare varie posizioni fino a quando ti trovi bene. Madre e bambino sono, dal punto di vista anatomico e fisiologico, naturalmente programmati per essere in grado di condurre l'allattamento al seno. L'allattamento al seno è per alcuni aspetti assolutamente istintivo: se si lascia un neonato appena nato sul ventre materno, si potrà osservare come lentamente riesca a spingersi verso il seno ed inizi a succhiare. D'altro canto altri aspetti sono invece appresi, culturali: se la mamma ha avuto modo di osservare l'esperienza dell'allattamento, le verrà naturale applicarla. Non sempre però le mamme hanno avuto questa opportunità e possono aver bisogno di aiuto e sostegno soprattutto nei primi tempi dopo il parto.  

Durante la poppata la mamma può scegliere la posizione nella quale si trova più comoda. 

Può mettersi seduta sul letto o su una poltrona, eventualmente sollevando un po' le gambe con un sostegno sotto i piedi. Può preferire la posizione sdraiata su di un fianco, specie all'inizio a causa dei punti sul perineo o di un parto cesareo; tale modalità rimane molto utile, anche successivamente, per poter allattare di notte senza alzarsi. Si può affermare che qualunque posizione è valida, soprattutto se la schiena è ben sostenuta. Il bambino deve avere il corpo rivolto verso quello della mamma. Se è tenuto in braccio, le spalle e il sederino devono essere ben sostenuti dall'avambraccio della mamma o dalla sua mano in modo che il collo sia lievemente esteso. È importante che la testa sia allineata al corpo, cioè orecchio, spalla e fianco devono essere sulla stessa linea. Inoltre il bambino dovrà trovarsi con il naso ben centrato davanti al capezzolo. Per tenere il bambino alla stessa altezza del seno, può anche essere utile un cuscino poggiato sulle ginocchia. Il seno può essere sostenuto con la mano posta a formare come una "C" (cioè le quattro dita sotto la mammella e il pollice al di sopra). La mamma può così dirigere il capezzolo verso le labbra del bambino e sfiorarle al fine di stimolarlo delicatamente a spalancare la bocca. Evitare la posizione delle dita "a forbice", in quanto l'areola non è sufficientemente libera da permettere un'adeguata presa da parte del bambino. Inoltre la pressione delle dita sull'areola potrebbe ridurre la fuoriuscita del latte.  Appena la bocca sarà ben spalancata è opportuno che la mamma avvicini rapidamente il corpo del bambino verso il seno. In questo modo il bambino riuscirà ad introdurre in bocca non solo il capezzolo ma anche una porzione, la più ampia possibile, dell'areola mammaria, soprattutto della sua parte inferiore.

Attaccato il bambino al seno, è utile assicurarsi che:
- la bocca sia ben aperta;
- le labbra siano rivolte all'esterno;
- la lingua si trovi tra il seno e il labbro inferiore;
- il mento deve toccare il seno. 

Se si sente dolore ai capezzoli potrebbe dipendere dal fatto che il bambino non è ben attaccato: è necessario quindi introdurre un dito tra la cute dell'areola e la bocca del bambino per staccarlo delicatamente e riprovare ad attaccarlo, controllando che il bambino tenga la bocca bene aperta per afferrare l'areola e non solo il capezzolo. Se la mamma ha l'impressione che il bambino abbia il naso troppo vicino al seno, può spostare il sederino verso di lei e il naso si allontanerà automaticamente.

 

 

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